oasi-Vendicari
Denominata "RNO Oasi Faunistica di Vendicari", si estende per 1335,62 Ha sul territorio del comune di Noto . Istituita nel 14/3/84, risulta conosciuta ed apprezzata per la multiformità del suo habitat ripartito in diversi biotopi: costa rocciosa, costa sabbiosa, macchia mediterranea, pantani (salmastri e d'acqua dolce), saline, garighe e aree coltivate.
Delle radure, in autunno, spiccano le fioriture azzurro-violacee della mandragora autunnale, pianta tossica impiegata per scopi officinali. La costa rocciosa è invece il regno del finocchio di mare e dello statice siracusano, mentre quella sabbiosa varia in base alla distanza dalla linea di costa, per la vicinanza ai pantani e per la loro salinità. Un aspetto della vegetazione a macchia è quello caratterizzato da mirto e lentisco (arbusti sempreverdi).
La vegetazione delle paludi, con alto grado di salinità, ospita la salicornia fruticosa che colora di rosso le rive e la salicornia glauca. Il canneto nelle aree umide svolge un ruolo ecologico fondamentale perché consente la nidificazione agli uccelli palustri e dà rifugio a parecchi invertebrati e microvertebrati.
La fauna presente nella zona è ricchissima di uccelli e varia in base alle stagioni ed alla fisiologia degli animali stessi: in estate i pantani riducono molto la loro profondità per l'evaporazione e non offrono le stesse opportunità del periodo primaverile. In giugno-luglio restano solo pochi migratori estivi che hanno perduto la stagione riproduttiva, come gli aironi cinerini e le garzette, grossi trampolieri che si appostano per catturare gli avannotti boccheggianti nelle pozze, un grosso stormo di gabbiani immaturi, quasi tutti reali e pochi gabbiani corsi.
Luogo ideale d'approdo, per la posizione geografica, al centro del Mediterraneo, il clima mite e l'amenità del sito, questa terra fu visitata ed abitata da varie popolazioni che, nel tempo, ne andavano trasformando l'ambiente, adattandolo alle proprie esigenze e lasciando tracce del loro passaggio.Oggi, è un'oasi ambientale d'importanza internazionale, in cui si trovano luoghi di culto, catacombe e necropoli coperti dalla vegetazione.
Se nel sito di Cittadella (così si chiama una zona dell'oasi) mancano reperti dell'epoca classica, non è lo stesso per il complesso edilizio di S. Lorenzo, dove si è scoperta la cella di un tempio greco, o per la zona della Balata di Vendicari (una spianata rocciosa che fungeva da banchina per l'attracco delle navi): molti elementi, simili a quelli dei monumenti greci, costituiscono la struttura muraria del porto. Nello stesso perimetro della balata si trovano costruzioni seminterrate, dentro le quali sono stati rinvenuti anche 'cocci' di anfore greche a vernice nera e vasche-deposito di un antico stabilimento per la lavorazione del pesce, accanto alle quali si è scoperta anche una piccola necropoli. Più numerosi sono i resti del periodo bizantino, scoperti e studiati da Paolo Orsi: chiesette, catacombe, abitazioni e necropoli.
Ben visibile e in condizioni accettabili è la Torre Sveva che secondo il Fazello fu costruita da Pietro d'Aragona, fratello del re di Spagna e Sicilia (1416-1458); altri storici la ritengono di epoca antecedente perché ne sottolineano la funzione di difesa delle popolazioni locali e del mercato granario del porto di Vendicari. La tonnara è un altro edificio in disfacimento che conserva ancora in buone condizioni la ciminiera. Fu Costruita nel Settecento. Smise definitivamente la sua attività nel 1943. Le saline a Vendicari ebbero importanza economica per lungo tempo. I primi impianti risalgono al 400 e tutt'oggi ne restano vestigia facilmente avvistabili sul Pantano Grande. Nel 700 le saline erano sicuramente funzionanti a supporto della tonnara per la conservazione del pesce.
Testi e foto tratti dalla guida del Dipartimento Azienda Regionale Foreste Demaniali - SICILIA