Marzamemi
Quando nel XVI secolo il nobile ammiraglio inglese Nicolajev, di origine russa, naufragò lungo le coste meridionali della Sicilia orientale e più precisamente sul tratto che va dal Lido di Noto a Capo Passero, si innamorò talmente di quei posti che decise di non andarsene più.
Sicuramente fu il fascino dei lidi attorno all'attuale Marzamemi, delle linee delicate delle rade, dei suoi tramonti meravigliosi, del suo clima dolcissimo e mite come pochi altri posti possono vantare, ad essere determinanti nella scelta. Lo stesso fascino che avevano subito almeno sei secoli prima anche gli Arabi quando arrivarono in Sicilia e la colonizzarono.
L'attuale penisola su cui poggia Marzamemi, se non era proprio un'isola, era circondata da tre parti da un mare limpidissimo e azzurro e per l'altra parte da laghetti, dai riflessi dorati nei tramonti, pieni di nuvole di tortore, a tal punto da essere determinanti nella scelta del nome. Infatti Marzamemi viene dall'arabo "Marsa al hamen" che significa rada delle tortore.
TONNARA DI MARZAMEMI
La tonnara di Marzamemi fu edificata dagli Arabi. Con la loro cacciata dalla Sicilia nell'XI secolo, la tonnara ebbe un lento ma inarrestabile declino che durò fino al 1630, anno in cui il principe di Nicolaci di Villadorata, l'acquistò da un nobile di Palermo e ne cominciò la ricostruzione, continuata dai suoi discendenti. Nel 1752 furono costruiti il palazzo principesco, la loggia, la chiesa. Le vecchie casette, già edificate dagli arabi, furono assegnate come dimora duratura ai marinai e artigiani, reclutati presso i comuni vicinori di Avola e Siracusa, dando origine allo stesso tempo alla nuova Marzamemi .