oasi-Pantalica
Costruita da popolazioni insediate in Sicilia prima dell'arrivo dei Greci, è la più grande necropoli del bacino del Mediterraneo.
Oltre 5000 tombe a grotticelle artificiali, scavate in profondi costoni rocciosi la rendono simile a un favo di api.
Le tombe sono divise in cinque gruppi da assegnare essenzialmente a due dei quattro periodi nei quali si suole dividere la tarda età del bronzo. L'unica testimonianza di costruzione non rupestre del complesso è data dai resti dell'Anaktoron, probabilmente una reggia fortificata.
L'altopiano ibleo, l'area interna e montana della provincia di Siracusa, morfologicamente roccioso, segnato da profonde incisioni nel calcare, le cave, è caratterizzato dalla presenza millenaria dell'opera dell'uomo che nel corso del tempo vi ha lasciato segni sorprendenti di civiltà diverse, talvolta antichissime.
Pantalica, insediamento pre-greco durato 2000 anni, ha avuto una fase bizantina durante la quale è stata luogo di culto ed insediamento urbano. Di quest'ultimo periodo restano tre quartieri e le relative chiese rupestri.
La presenza araba segna la fine della civiltà di Pantalica, da allora essa sarà conosciuta solo come città dei morti.